Le cosche a Lamezia sono ancora operative? Il giornalista Vinicio Leonetti ha posto questa domanda a Beniamino Fazio, Capo Centro DIA Distretto di Catanzaro, durante la trasmissione “Al Piccolo”. La risposta di Fazio, densa di riferimenti e riflessioni, offre uno sguardo profondo sulle dinamiche criminali del territorio calabrese.
«Mi viene in mente quello che è successo a Reggio Calabria durante la seconda guerra di mafia. Ci furono più di mille morti. Ora non ricordo bene la nostra “mattanza” esattamente. Colui che intervenne, al fine di pacificare le cosche – lo dicono diversi collaboratori di giustizia – fu proprio Totò Riina. Chiese la pacificazione fra cosche antagoniste perché questo tornava utile al proprio progetto stragista di lotta contro lo Stato- prosegue- a Lamezia, invece, sono intervenute le forze dell’ordine. Quindi, non c’è stata una vera e propria pacificazione interna: sono stati disattivati certi meccanismi. Dopodiché si è creata una sorta di accordo, in cui si sono ripartiti i compiti.
Funziona così, spesso, fra di loro. Si distribuiscono gli affari: le zone, le attività, il traffico di stupefacenti. Per esempio, in certe zone la marijuana è gestita da una determinata locale, mentre lo spaccio di cocaina da un’altra.»
Il sistema si regge su un equilibrio instabile:
«Quando i vertici di una cosca – quelli che si occupano dello spaccio di cocaina – vengono arrestati, la cosca antagonista, che magari prima gestiva solo la marijuana, si mette a spacciare anche cocaina. Poi, quando i primi escono dal carcere, si ristabilisce “l’ordine” con due, tre, quattro, cinque omicidi. Fino a quando si ripristina un certo equilibrio sul territorio. Ripeto: hanno un’autonomia sul territorio, ma è un’autonomia limitata. Perché, per gli affari più importanti, fanno sempre riferimento agli organi di vertice.»
Il Capo della DIA conclude con un monito importante:
«Questo è un passaggio fondamentale. Se si considera la ’ndrangheta come un insieme di cosche scollegate tra loro, si commette un errore. E lo dico con franchezza: questo errore lo facciamo anche noi, in certi ambienti. Quando si guarda solo al territorio di Lamezia, senza un quadro d’insieme, si perde l’unità del fenomeno. E questa è una debolezza.»